mercoledì 8 maggio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 107


Capitolo n. 107  -  zen


“L’intesa sessuale ha sempre risolto le nostre crisi … Le cattiverie, che possiamo dirci, anche senza criterio …”
“Jared bevi questo”
“No Glam, vorrei solo dormire …”
“Dov’è Colin?”
“E’ salito per … per farsi una doccia” – arrossì.
Erano seduti a bordo piscina.
“Come mai non sei con lui?” – chiese dolce l’avvocato, aggiustandogli i capelli intorno alla fronte.
Leto sorrise impacciato, decidendosi a sorseggiare il succo di frutta – “E’ buono” – disse flebile.
“Come lo sei tu … ed anche Colin”
“No, gli ho detto una cosa orribile”
“Quale?”
“Di essermi pentito per averlo aiutato nei periodi peggiori … Le parole erano più crude, ma l’essenza è questa Glam … Io non volevo, non lo penso, credimi”
“Io ti credo Jared … Fai in modo che ci riesca anche lui: Colin è molto sensibile e fragile quanto sei tu, per certi … argomenti”
“Ho reagito male a questo film di Derado, a quel Taylor …”
“L’ho visto, il classico pianta grane, anche se non lo volesse” – rise.
“Se Colin accetta, dovrà girare scene di sesso insieme a lui …”
“Addirittura?”
“Finte ovvio, ma poi mica le sono, sai? Insomma è imbarazzante, ma è il suo lavoro, con l’unico dettaglio che gli ultimi dieci ruoli di Colin sono stati improntati su parti … bianche, come le definisco io” – sorrise.
“Senza … relazioni?”
“Infatti: agente segreto, spia, medico … C’erano attrici ed attori, anche giovani” – Leto deglutì a fatica – “Un altro punto saliente della nostra … discussione”
“Tu non dimostri gli anni che hai”
“Eppure ci sono, ma non è questo il punto, Glam, anzi ci faccio la figura dell’idiota e detesto questa sensazione”
“Lo immagino, sei troppo intelligente per cadere così … in basso” – e gli fece un occhiolino simpatico.
“Faccio un tuffo … si soffoca …”
“Non stancarti” – e si alzò dal lettino prendisole, vedendo Farrell arrivare, ma ancora piuttosto distante.
Jared nemmeno se ne accorse, che era già in acqua.

“Buongiorno Glam …”
“Buongiorno a te, vuoi una bibita?”
Colin sorrise distaccato – “Fai il barista oggi, a quanto vedo …”
“Eccome, ho un futuro … alle spalle.”
Come una saetta sbucò anche Lula, che volò in mezzo allo specchio ovale, schizzando i due amici.
“Ehi monello!”
“Ciao papà!! Sto qui con zio Jared!”
“Ok … Che peste …” – mormorò osservandolo innamorato.
Colin, invece, si avvide del sopraggiungere di Claudine, con Isotta: era la sua nipotina preferita, anche se non l’avrebbe ammesso mai.
Con lei si dilettava come con le bambole, che vestiva e pettinava durante l’infanzia in quel di Dublino.
I giochi ed il benessere non mancavano a casa Farrell; non si poteva dire lo stesso per la madre dei fratelli Leto, a cui tutto sembrava essere stato negato dalla nascita, ma che, con forza, conquistarono, sogno dopo sogno, realizzando anche l’impossibile.

Quella riflessione attraversò la mente di Colin, mentre la figlia di Jay e Syria era già pronta ad immergersi, appesa al collo di papi Glam, che la passò al leader dei Mars, con avvinghiato sulla schiena Lula, gioioso per quel connubio ricostituitosi, anche se solo per pochi secondi.
Il cuore dell’irlandese ebbe come una contrazione, ma fu brevissima.

“Ehi fratellino, ti sei cristallizzato lì? Prenderai una scottatura, vieni sotto al gazebo!” – Claudine rise, spostandolo verso la tenda colore avorio.
Geffen si unì a loro, dopo essere rimasto inginocchiato sulle maioliche, assicurandosi che Isotta avesse i braccioli, rossi come il suo costumino.
Era uno splendore.
Erano una parvenza di famiglia, fagocitata da un destino avverso.
Farrell sentì un nodo alla gola e la voglia di urlare, soprattutto quando incrociò le iridi di Glam, assorte e lucide, ma subito nascoste da un paio di Ray-Ban verde bottiglia.

“Ho da fare … riporti tu Jared alla End House?” – chiese asciutto alla sorella.
“Ok … Stai bene? Mi sembri strano …”
“Non è stata una bella giornata, ho … abbiamo litigato”
“Non si direbbe, anche se tu”
“Ci siamo chiariti immediatamente: non voglio più lasciare nulla in sospeso con Jay” – ribatté scontroso.
“Come vuoi … Ci vediamo a cena?”
“Sì … Sì, ok, saluto Jay e poi vado. A dopo.”


“Ecco vedi Martin, prendi lo sciroppo d’acero e lo unisci all’impasto, solo tre cucchiai”
Il ragazzino rise, osservando le manovre di Rossi, dal lato opposto della penisola, dove lui stava in piedi a cucinare ed il figlio di Kurt, con il padre, erano seduti composti ed attenti alle sue spiegazioni simpatiche.
“E poi metti tutto nel sa … sac …”
“Sac a poche tesoro” – precisò Kurt, scompigliandogli i capelli.
“Infatti” – Dave sorrise, interrompendo però la sua lezione a causa di una tosse fastidiosa.
“Amore che hai?”
Kurt si precipitò con un bicchiere di minerale.
“Nulla … mi è andata di traverso un po’ di saliva”
L’agente rise, poi si rese conto dell’espressione allarmata del compagno.
“Kurt ehi …” – lo abbracciò, mentre Martin imburrava la teglia da forno, pronto a sfornare i dolcetti, come da programma.
“Abbi pazienza io …” – era turbato, quasi in lacrime e non era il primo episodio.
“Dobbiamo parlarne … Quando Martin farà il sonnellino, ok?” – gli disse piano, accarezzandogli il volto teso.


“Credevo ti fossero spuntate le pinne”
Geffen rise, tamponando Lula, che faceva lo stesso con Isotta, mentre Jared si asciugava nell’accappatoio, che l’uomo gli aveva fatto indossare con la consueta premura amorevole.
“Quasi … Dov’è Claudine?”
“Nel salone con le ragazze … A preparare il tè, c’è anche Violet con loro, ormai è una signorina, vero soldino?”
“La mia fidanzata è molto sexy!”
“Oddio …” – sospirò Leto, guardando sorridente Glam, che lo stava fissando da un po’.
“Torno a Palm Springs, se vuoi lasciarla con Lula …”
“Ok …”
“Ed io papi Glam?!”
“Vi aspetto nel fine settimana, se Colin e Jared sono d’accordo, principessa.”
“Sì, verremo … Sempre se Colin non abbia impegni di set”
“Aggiorniamoci” – inspirò, rialzandosi.
Jared lo abbracciò – “Grazie Glam …”
“Per cosa …?”
“Tutto e … e scusami … Sono un disastro”
“Colin non vedrà l’ora di riaverti con lui …” – replicò esitante.
“Sì adesso vado … Anzi andiamo, vero cucciola?”
“Ok papi Jay!”


Quel discorso morì sul nascere, appena i loro corpi si intrecciarono sotto le lenzuola, già intiepidite da David, che amava coricarsi sempre prima di Kurt, per poi poterlo stringere e baciare, mentre lui si accoccolava e godeva di ogni minima attenzione dell’altro.

Il suo dopobarba ed i suoi occhi liquidi, penetravano Kurt ben prima del suo sesso turgido, che non aveva conosciuto mai una simile estasi.
Percepire il canale stretto e bagnato, che andava a stringersi intorno al proprio membro, paziente e capace, nel scendere a poco a poco in quell’abisso di nervi ed umori, toglieva il fiato a Dave.
Nessuno dei due aveva fretta: si contemplavano, assaporando ogni minima emozione, si propagasse nei loro addomi, scoprendosi ricettivi ed appagati.
“Ti amo così tanto Kurt … Mioddio … Kurt … Kurt” – poi un gemito più gutturale, nel collo del più giovane, che accoglieva Rossi tra le sue gambe muscolose e ben ancorate ai suoi fianchi, ormai senza più alcun controllo, mentre si svuotava in lui.


Geffen si avviò verso la caletta, in piena solitudine, dopo avere lasciato i bambini con i body guard.
La brezza del tardo pomeriggio era tiepida, quasi confortevole.
L’aroma salato si confondeva con quello del suo pianto, che lo piegò fino a prostrarsi nella sabbia, i palmi sul viso, i singhiozzi liberi di manifestarsi, lontano da sguardi indiscreti.
Sbagliava.

“Glam …”
Le braccia di Law lo cinsero, il suo tono era preoccupato.
“Glam cos’hai? Stai su, avanti …” – e si sollevarono all’unisono, guardandosi.
“Potresti lasciarmi solo? Perdonami Jude, ma”
“Mi stai spaventando”
“Non è niente” – e si distaccò, senza urgenza.
“Cosa ti ha ridotto in questo modo? Non me ne vado senza saperlo, non ti mollo qui, tu non lo faresti mai!”
Geffen sorrise amaro – “E’ stato un attimo … Una malinconia, che sempre più raramente mi tormenta …”
“So che non è semplice, con noi qui …”
“Non è come credi … Non si tratta di Robert”
“Ma allora …”
“Lascia stare Jude, pensavo di esserne guarito, però sono stato uno stupido a crederlo, sai?”
Law prese un bel respiro – “Allora diglielo: vai e fallo Glam” – lo esortò, sorprendendolo.
“No, non esiste …”
“Se neppure ciò che hai provato per Rob ti ha fatto dimenticare Jared, dovresti accettare quanto lui sia radicato nel tuo cuore o sbaglio?” – chiese con una dolcezza struggente.
Geffen scosse la testa – “Ho calpestato e distrutto, come se non potesse esistere per me la possibilità di essere realizzato senza portare via chi amavo da un legame precostituito e solido, come il vostro o quello tra Colin e Jared: non ricadrò in questa follia Jude … Io non posso permettermelo” – ribatté deciso.
“Tu sbagli quando dici di avere mandato in frantumi i nostri … i nostri matrimoni, sai? Non hai costretto né Jared e tanto meno Robert ad amarti … Loro rimangono legati a te, forse non te ne rendi più conto …”
“Avrei dato tutto ad entrambi … Loro ne sono consapevoli, forse non l’hanno mai accettato o forse non era ciò che desideravano realmente”
“Meglio i tradimenti, le umiliazioni, le … le botte, gli abusi?”
“Sei severo ed ingiusto … Colin ha saputo rialzarsi ed ha recuperato”
“E Jared continua a vegetare, accusa crisi di panico, soffre per le tue scelte, incastrato da responsabilità, che è stato Colin ad imporgli!”
Geffen era sbigottito.
“Jared adora i figli avuti insieme a Colin …”
“Non è questo il punto!” – bissò con fermezza.

“E ... E di Rob che mi dici, dunque …?!” – chiese flebile.
“Lui … Lui ha il pieno diritto di … di amarti … Ed io sono disposto anche …” – deglutì a vuoto, impallidendo – “Glam io accetterei qualsiasi cosa, per donargli un solo minuto di autentica gioia … Qualsiasi cosa” – e lo fissò.
“Tu pensi che” – non riusciva a dirlo – “Tu pensi che Robert morirà?”
Law non trattenne più la sua afflizione, crollando sulla battigia, ormai invasa dall’alta marea.
“Jude …”

Glam lo seguì, stringendolo e consolandolo senza dirgli più nulla, ma solo con il vigore delle sue braccia, dove trovare rifugio era un’ambizione condivisa da molti, ma mai concretamente apprezzata da nessuno.







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