venerdì 17 maggio 2013

ZEN -. CAPITOLO N. 114


Capitolo n. 114  -  zen



Le dita di Tom attraversarono il volto di Jared, dagli zigomi, alla fronte, poi giù al mento, infine il collo, che il terapista raccolse tra i palmi, sollevandolo.
Il cantante era completamente rilassato, sereno.

“Ora ti ci vuole un abbraccio, sai? Colin vieni” – Tom sorrise complice.
A Jared tremarono le palpebre, era caduto in un sonno dolce e sentire le ali forti e caldissime del suo uomo, lo fece rinascere, in un subbuglio di emozioni dai mille colori.
“Ti amo Jay, ti amo da impazzire” – gli sussurrò, baciandolo ovunque, spogliandolo di quel poco, che aveva addosso, appena Tom se ne fu andato senza fare rumore.


Scott verificò l’aderenza del busto di Kevin.
“Come lo senti?”
“Stretto … Devo respirare sempre con calma …”
“Credo sia … complicato” – e lanciò un’occhiata veloce a Tim, appena uscito dalla doccia, avvolto in un asciugamano ridotto, che gli copriva a malapena i fianchi esili.
“Appunto …” – Kevin sospirò.
“Il sesso non è proibito, comunque” – precisò simpatico.
Kevin si rivestì, aiutato da un Tim in costume, pronto a tuffarsi in piscina, dove Lula lo stava reclamando.
“Vai pure dal nostro cucciolo, tesoro” – gli disse Kevin, dandogli un bacio sulla nuca, fonte di brividi, che il ragazzo adorava.

Scott si sentì di troppo, così scivolò via verso il living, dove Glam stava facendo delle telefonate con il suo studio.

“Ciao bell’uomo, sempre al lavoro?”
“Buongiorno Scotty … Ti fermi a pranzo?” – chiese distratti dal tablet.
“Volentieri …”
“E Jimmy?”
“Sta preparando le valigie, lo porto in Spagna e poi in Irlanda”
“Strano itinerario” – e lo guardò.
“L’ha scelto lui ed a me piace accontentarlo …” – replicò sedendosi accanto a Geffen, che gli sorrise.
“Sì, comprensibile …”
“Adoro quando succede …”
“Cosa Scott?”
Anche il medico sorrise – “Quando riesco a renderlo felice … Cosa credevi?”
“Non saprei, dimmelo tu” – bissò, senza battere ciglio.
Scott si alzò, scrutando i monitor di sicurezza.
“Hai delle multe in sospeso Glam?”
“No, perché?
“C’è la polizia là fuori … anzi, mi sembra soltanto … Chris.”
“Dovrà incontrare Tom … E’ qui da … da noi”
“Da voi? C’è pure Hugh, ma che succede?”
“Laurie è per Kevin, voleva seguirlo per un po’”
“Sì, certo, scusa se”
“Per te non ci sono segreti Scotty. Ti volevo ringraziare per come l’hai assistito, per il tuo … garbo. Sai cosa intendo, per Kevin era essenziale.”
“Tu saprai guidarlo verso la serenità, che aveva già conquistato, anche per merito di Tim”
“Tim è fondamentale. Sono innamorati e vorrei avessero un’esistenza densa di soddisfazioni: spero si sposino, sai?”

Vassily scortò Chris e Hugh in veranda, dove Geffen li raggiunse, insieme a Scott, ancora stranito per l’affermazione dell’amico.

“Bene arrivati …”
“Ciao Glam, dove posso trovare Kevin?”
“Al primo piano … Ciao Chris”
“E Tom?”
“Sono qui”
Il tenente si voltò di scatto, sorridendo appena lo vide.
“Tesoro … Scusa se non ti ho avvisato e se …” – tirò su dal naso – “E se non ho rispettato la tua regola, ma avevo bisogno di vederti e parlarti. Se vuoi, però, me ne vado immediatamente.”
“No, rimani. Usciamo a fare due passi.”
“Ok” – replicò raggiante.
“Ok …” – bissò più tiepido Tom, ma lo prese ugualmente per mano, avvertendola fredda e sudata per l’agitazione.

Hugh sbuffò – “Lo so, eticamente non è corretto, però lui sapeva che Tom era qui”
“Come ogni ottimo segugio” – Scott rise cordiale, facendo strada all’analista – “Seguimi, ti porto da Kevin.”
“D’accordo … Tu come stai Glam?”
“In barca, come al solito” – e scrollò le spalle rigide.

I due si avviarono per le scale, lui preferì dirigersi in spiaggia, ma nella direzione opposta a quella di Tom e Chris.
Il vento era calato di poco, di Richardson nemmeno più l’ombra, forse era tornato a Los Angeles, a Glam non importava.
I gabbiani volavano da uno scoglio all’altro, posandosi per fissare l’orizzonte, così anche lui lo fece, inspirando profondamente l’aria salmastra, pregando di ritrovare un minimo di quiete.
Un’onda più lunga lambì i suoi piedi nudi: Glam fece un balzo, istintivamente, notando tra i fluttui un luccichio.
Si inginocchiò e raccolse l’origine di quel bagliore dorato: erano due fedi, legate da un laccio, che non si era spezzato nell’oceano.
Il suo nome e quello di Robert, non si erano ugualmente consumati.
“Mio Dio …”
Le osservò, come reliquie preziose, come se fossero un segno.
Le chiuse nel pugno destro, portandoselo poi alla bocca, vibrante e salata, da un pianto improvviso.
Corse via, verso la rimessa, dove calzò dei mocassini ed afferrò le chiavi dell’hummer.
Inforcò i Ray-Ban ed attivò il cancello automatico sul retro della villa.
Aveva una destinazione precisa: irrimandabile.


Camilla arrivò in terrazza portando un cuscino tinta avorio, come gli abiti di Jude e Robert, che la stavano aspettando felici nel vedere i suoi progressi incredibili.
Era un’autentica principessa, nel vestitino fucsia.
Solo loro tre, non serviva altro per quella cerimonia privata ed intima.
Le promesse, scambiate anni prima, tornarono come una brezza di gioia, in quell’attimo di loro, esclusivo e destinato a consolidare un’unione dalle mille sfaccettature, ma sempre fondata sull’amore e l’appartenenza più assoluti.

Le vere in brillanti, poste ai reciproci anulari, sancirono quel connubio, ancora una volta.
Camilla lanciò petali di rosa in una nuance celeste, come lo sguardo di Law, perso ed innamorato in quello di carbone liquido, che luccicava dalle iridi di Downey.

“Ti amerò per sempre Jude …”
“Ed io amerò te, per sempre Robert”
Si baciarono, Cami applaudì, senza sentire il campanello.
Jude sciolse l’abbraccio, che lo stava sigillando al consorte – “Tesoro hanno suonato o sbaglio?”
“Pare anche a me …” – il trillo andò a ripetersi – “Ah sì, chi può essere?”
“Non ne ho idea …” – disse sorridente l’inglese, prendendo Camilla in braccio e Robert sotto l’ala rimasta libera – “Andiamo a scoprirlo”

Il viso di Geffen era un rimescolio di sensazioni, una su tutte l’imbarazzo di avere interrotto un momento speciale, dal quale lui per primo era stato escluso.

“Glam … ciao, che sorpresa meravigliosa, noi”
Jude avrebbe voluto spiegare, ma poi si fece da parte – “Entra, stavamo brindando” – aggiunse gentile.
Robert era ammutolito, anche se non aveva idea di cosa avesse portato Geffen sino a lì.
Notò comunque un dettaglio, nel taschino della camicia, chiuso da una zip, come se il contenuto fosse importante.
Si capiva benissimo cosa fossero quei due cerchi.
Downey avvampò, fissandolo, come stava facendo del resto anche Glam, nella sua direzione.

“No meglio … Meglio che vada ...”
“Guarda le ho comprate per me e Rob, abbiamo rinnovato i voti nuziali, un secondo fa … Sì insomma avremmo potuto coinvolgere il resto della famiglia, ma abbiamo preferito fare così” – e mostrò gli anelli appena indossati.
Law andava a ruota libera, talmente entusiasta di ciò che stava illustrando, da non rendersi minimamente conto di quanto Geffen fosse sconvolto e lacerato.
Robert percepì ogni suo respiro, così l’evidente velatura dei suoi turchesi, il brillio inquietante di lacrime trattenute a stento.

“Sono così felice per voi …” – aggiunse, quasi strozzato da una commozione, che Jude fraintese a pieno.
Geffen li avvolse, nell’ingresso, non riusciva ad andare oltre.
Camilla gli diede un bacio sulle guance arrossate e lui ricambiò – “Piccolina sei un amore … Lo siete tutti e tre, sapete? Adesso vado”
“Glam …”
“Ciao Robert, sei davvero incantevole oggi … Stai meglio e farai progressi ogni giorno, vero Jude?”
“Ne sono sicuro” – e gli schioccò un bacio tra i capelli.
Robert strizzò le palpebre, mordendosi le labbra, tremando, ma solo alla vista di Geffen, che ormai era già oltre la soglia.
“Arrivederci ragazzi …” – e si volatilizzò.



Di nuovo quella scogliera.
Glam parcheggiò ad un metro dalla balaustra.
Aprì i finestrini, dopo avere spento il condizionatore.
Tolse gli occhiali da sole.

Se solo tutto fosse finito lì, quasi un anno prima …
Pensò.

Buio, luce, buio, luce, le sue palpebre furono scosse dalla medesima scossa, che poco prima investì quelle di Robert.
Il suo Robert.


Riavviò il motore.
Accelerò da fermo, poi di nuovo.
Ingranò la retro, dopo avere controllato lo specchietto: c’era il deserto là fuori.
E non solo.

Schiacciò l’acceleratore, spostandosi quasi contro il marciapiede opposto.
Si guardò intorno, poi prese un lungo respiro.

“Se proprio vuoi andare papà, io verrò con te”
Lula era seduto lì, al suo fianco: era il suo posto.
Glam spalancò gli occhi, doveva essere un’allucinazione.
Come la carezza, che il bimbo gli diede, a mano aperta, era inconfondibile.
“Lula …” – due lacrime precipitarono sino al suo collo, poi sul tessuto, bagnando quel rilievo.
Le sue dita tremanti recuperarono i simboli di legame eterno: almeno per lui.
Spezzò la cordicella, poi se le infilò, dove un tempo portava la fede del suo matrimonio con Kevin.

Ripartì.
Per dove neppure lui lo sapeva.




CHRIS MELONI IS GLAM GEFFEN


Nessun commento:

Posta un commento