giovedì 17 maggio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 112

Capitolo n. 112 - sunrise


Kevin parcheggiò in un’area di servizio.
“Devi fare rifornimento?” – chiese distrattamente Tim, che non staccava lo sguardo dal finestrino, tempestato di goccioline.
Continuava a piovere a dirotto.
“No … facevo solo una pausa.” – replicò Kevin, ormai tranquillizzatosi.
“Ok”
“Ok Tim … Che è successo là dentro?”
Il ragazzo rise, puntando il soffitto dell’abitacolo e poi la faccia di Kevin, girata anch’essa verso la strada semi deserta.
“E perché non iniziamo dalla Dodge Dart, dalla quale sono sceso al mio arrivo?” – esordì, quasi scanzonato.
“Va bene … se proprio ci tieni Tim” – e sorrise nervoso, guardandolo.
“Sinceramente non tengo proprio a niente di ciò che faccio … e di come vivo” – si strinse nelle spalle – “Non combino nulla di buono, da quando Roger è …”
“Senti, parliamo d’altro, anzi, ti porto a casa, vuoi?”
“Non mi dispiace ricordarlo” – quasi protestò.
“Ne sono sicuro Tim, neppure a me spiace ricordare Glam, però se ti fa male, non trovo giusto che tu lo faccia, per di più con me.” – ribatté risoluto.
“Lui mi faceva male, non i ricordi” – affermò deciso, con dignità.
Kevin arrossì, senza capirne la ragione, poi rimise in moto – “Ti accompagno.” – concluse, a tono basso, come se non volesse disturbare il resto del mondo.
Tim annuì, asciugandosi una lacrima, di cui Kevin non si era accorto.


Geffen infilò l’accappatoio a Jared, facendolo quasi roteare, per poi dargli ancora un bacio: non era successo altro tra loro, forse era lui a non averlo permesso in realtà, con la scusa di tornare dai bambini.
Jared aveva accettato in silenzio, seppure sconvolto dall’orgasmo procuratogli da Glam, che era ugualmente appagato da quell’intermezzo intimo e scabroso.

“Guarda come dormono …”
“Sì Glam, sono due angeli … Lula dice che Isy è la sua sorellina … Senti, io non voglio confonderlo, cioè …”
“So cosa intendi. Lula sa chi sono i suoi genitori Jay, però sai quanto sia legato a te. Del resto è anche merito tuo se l’ho adottato.” – e lo strinse, cullandolo per pochi istanti.
“Tu sei un padre incredibile Glam …”
“No, sono un disastro in quel ruolo, chiedi agli altri miei figli” – disse serio.
“Sei severo, a me sembra tu abbia recuperato con loro.” – puntualizzò il cantante, indossando un nuovo pigiama, come stava facendo Geffen.
“Un minimo sì, però è Lula il destinatario di ogni mia attenzione migliore … Devo lavorarci parecchio, sai? Magari distaccandomi a poco a poco dal lavoro, sia con i ragazzi, che le gemelle e poi il nuovo arrivo” – sorrise.
“E Sveva? Come sta?”
“La sento quasi ogni giorno, ha qualche problema di pressione … Dovrebbe rientrare a Los Angeles tra una decina di giorni, sempre con la sorella buldogg” – rise solare.


Era un mega loft in centro, arredato con gusto e ricercatezza.
Kevin sembrava studiarne i dettagli, forse stupito dall’eccessivo lusso di alcuni soprammobili.
“Me l’ha lasciato Roger, insieme ad un fondo fiduciario ed una rendita vitalizia. I suoi parenti volevano portarmi via sia questo appartamento, sia il denaro, ma lo studio Geffen ha risolto i miei problemi.”
“Ti ha difeso Glam?”
“No, un suo socio, Glam era il legale di pa … ops di Roger.”
“E’ stato generoso …”
“Sì, forse”
“Non lavori Tim?”
“Il mio mestiere era quello di Kurt.” – replicò asciutto, dirigendosi al mobile bar.
“Ah”
“Non lo sapevi Kevin?”
“Sì, cioè … non è che tutti gli amici di Kurt erano” – si interruppe – “Ok, sono un coglione.”
“Tu sarai nato e cresciuto nella bambagia, ma a tipi come me e Kurt non è andata così bene: ci ha salvato la nostra bella faccia ed il nostro attraente culetto!” – rise sarcastico.
Kevin andò a sedersi sul divano – “Non è vero … Ma non importa.”
Tim gli passò una birra – “Scusami Kevin, ho fatto una gaffe, giusto?” – mormorò amareggiato.
“La mia esistenza è un rifiuto dall’inizio Tim … Sei certo di volere ascoltare il mio melodramma? Ah, grazie per questa” – e sorseggiò dalla lattina la bevanda gelida, come il suo addome contratto.
Il giovane prese posto sul tavolino, davanti a Kevin: le loro ginocchia si sfioravano appena.
“Se te la senti … perché no?”
“Facciamola breve: infanzia in orfanotrofio, adottato da due stronzi, ricchi da fare schifo e poveri di amore, a me sembrava di dare fastidio pure a loro, come alle istitutrici … ho odiato le donne da sempre, strano che non sia un serial killer”
Risero, per l’espressione che Kevin fece, nel dirlo.
“Ok e poi?” – chiese con tono dolce Tim.
Kevin lo fissò, allo stesso modo.
“Poi … Poi qualche flirt … Francamente mi affezionavo a tutti quelli che mi facevano un complimento e per fortuna ho conosciuto ragazzi perbene … Studiavo con poco profitto, i miei costruiscono barche, pensavano ad un futuro da dirigente per me, invece preferii la musica.”
“Quindi diventi bassista dei Red Close”
“Non subito … Chris, il leader, lo conosco dopo tanti provini, ne avevo fatto anche per i Mars, il gruppo di Jared Leto, l’amante di mio marito, hai presente?”
“Eh? Jared Leto … amante di chi?”
“Ma sì … io volevo farla breve questa tragedia greca” – risero di nuovo – “Ma che si fottano … lui, Glam, Colin”
“Colin? Colin Farrell? Ma non è lui a stare con Leto?”
“Sì, sono sposati, hanno una marea di pargoli …”
“Ho visto le foto su qualche rivista … a me sono sempre sembrati due sciroccati.”
“In che senso?”
“Boh adottare tanti piccoli, quando si è così instabili … Drogati, bevuti … Non voglio giudicarli, anzi, ma ho avuto questa impressione da ciò che ho letto in rete, sai io navigo molto.”
“Hanno avuto dei casini, ma sono puliti, specialmente Colin.” – disse, tradendo una lieve emozione.
“Farrell è un ottimo attore, anche Jared è notevole come artista, guarda che io li rispetto, ma non riesco a decodificarli come coppia. Se tu poi ora mi dici che Jared è l’amante di tuo marito”
“Glam ama Jared da quando lo conosce, da prima di me, capisci? Poi arrivo io e lui … lui si innamora in qualche modo …”
“In quale modo Kevin?”
“Come un rimpiazzo Tim.”
“Fa abbastanza schifo come prospettiva.”
“Ovvio, ma io … Io in lui ho trovato ogni cosa, ogni sfumatura adorabile … E gli sono stato vicino anche in momenti terribili, mi sono beccato persino due pallottole nelle gambe e … cazzo!” – inspirò, strizzando le palpebre e stritolando l’involucro della Becks.
Tim gli diede una carezza, calda, delicata.
Kevin gli cinse il polso, con entrambi le mani, baciando poi il palmo, che lo aveva confortato – “Grazie” – sussurrò, liberando l’ossigeno dai polmoni, rimanendo ad occhi chiusi.
“Ok … due vite di … e se andassimo a dormire?” – propose TIm, con pacatezza.
“Posso anche rimanere qui”
“Non ne vedo il motivo Kevin … a me piace dormire con te”
“Lo dici come se fosse un’abitudine” – disse spiazzato.
“Sarà che hai un buon odore … o che non dai calci nel sonno ahhhah”
“D’accordo … ci facciamo una doccia prima?”


Geffen accese il computer, dallo schermo gigante, attivando diverse chiamate.
In pochi minuti almeno una decina di persone, suddivise in tanti piccoli riquadri, si collegarono con lui, salutandolo.
Erano studenti, in parte americani e diversi europei.
“Dunque … file numero dieci … ci siete?”
Quasi in coro confermarono, sorridenti e soddisfatti di essere in contatto con il loro professore particolare.
Glam inforcò gli occhialini, aprendo diversi fascicoli sulla scrivania, mentre alle sue spalle Lula correva per il living con un aquilone, tampinato da Vassily.
Jared era in poltrona, a leggere dei messaggi sul telefonino e sorvegliare Isotta, che sul tappeto componeva un castello con costruzioni in plastica colorata.
Era una bella giornata di sole.

Quando Geffen concluse la sua lezione, Jared lo raggiunse.
“Sei davvero un prof simpatico!” – esclamò sereno.
“Ci provo Jay … Hanno suonato o sbaglio?”
“Sì …”
“Aspetta, vado a vedere chi è.”
Era Hopper.
Geffen lo accolse con un sorriso, che si smorzò alla vista di inconfondibili documenti.
“Ah … sono arrivati, per il mio divorzio da Kevin?”
“No … veramente sono per Jared. Li hanno notificati da parte di Bishop …” – spiegò imbarazzato Marc.
“David Bishop?” – disse Glam sbigottito, mentre Jared si avvicinava perplesso.
“Sì, c’è anche la revoca di Farrell per te Glam … Ha chiesto il divorzio, da Jared … mi dispiace.” – e li porse a Leto, che perse un battito.
“Cosa …? Cole mi chiede … il divorzio?”



Isotta

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