sabato 5 maggio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 103

Capitolo n. 103 - sunrise


Lula si morse il labbro inferiore, sgranando i suoi fanali su Geffen, che sospirò.
“Mi dispiace soldino di cacio.”
Il bimbo scosse la testolina riccioluta, penzolando le gambe sul lettino prendisole, di fronte alla piscina della villa in Palm Springs.
“La maggior parte dei miei compagni a scuola, ha i genitori divorziati … io pensavo che avendo due papà non mi sarebbe successo.” – disse deluso.
“Non avrei mai voluto deluderti anima mia … Al tempo stesso non me la sentivo più di fare soffrire papà Kevin, capisci?”
Lula annuì.
“Però …”
“Dimmi soldino, ti ascolto, risponderò ad ogni domanda, ok?” – gli disse dolce.
“Ecco … Violet mi ha detto che papà Kevin ha fatto una cosa brutta con zio Colin e così zio Jared si è arrabbiato … e … ed io l’ho visto piangere, a casa degli zii Shannon ed Owen, papà.”
Glam aggrottò la fronte.
“Sai, noi adulti ci illudiamo spesso di proteggere i figli dai nostri sbagli, ma non è così e prima o poi doveva accadere.” – affermò preoccupato.
“E’ per questo che hai lasciato papà Kevin?”
“No Lula io … io non sapevo di questa cosa di cui parla Violet, avevo deciso prima ed è la verità, puoi … No meglio che tu non ne parli con papà Kevin …”
“Ma adesso tu sposerai zio Jared?” – domandò calmo, quasi sorridendo.
“A te piacerebbe Lula?” – e gli accarezzò le guance paffute e lisce.
“Tu lo ami più di quanto ami papà Kevin?”
“E’ … è proprio per l’amore che sento, per zio Jared, che non ho più ritenuto corretto mantenere in vita il mio matrimonio con papà Kevin, non posso e non voglio nascondertelo Lula.” – replicò serio.
“Tu e zio Colin vi siete scambiati i mariti?” – e scoppiò a ridere, inaspettato quanto contagioso.
“Oddio no Lula … ma che dici?” – però anche Geffen si lasciò andare ad un’ilarità liberatoria.
Talvolta i bambini davano una visione totalmente diversa ai fatti, anche i più sgradevoli e Glam l’aveva imparato con il suo Lula.
Lo strinse sul petto, cullandolo – “Papà Kevin ed io ti ameremo più della nostra vita, per sempre Lula, te lo giuro. Così come posso garantirti che io vorrò sempre bene a Kevin, qualunque cosa accada. Lui adesso è arrabbiato, ne ha il diritto, ma vedrai che è solo un periodo, poi migliorerà …”
Geffen non riusciva a smettere di pensare ad un sms ricevuto la sera prima.
§ Ti farò una guerra che nemmeno immagini! §
Era la buona notte, inviatagli da Kevin, molto diversa da quella ricevuta da Jared, nello scambio di messaggi, unico contatto tra loro due sino a quell’istante.
§ Grazie per il tuo interessamento Glam, anche per le chiavi del regno … Forse domani passo a trovarti, ma non garantisco … non so più niente … ti voglio bene, questo lo so … Un bacio, riposati, JJ §


Dean non era riuscito a dormire.
Si era agitato durante il corso della notte precedente, per poi alzarsi alle cinque e fare ginnastica sull’attrezzo ricevuto in dono da Sammy, che non sapeva come gestire quella tegola, frantumatasi sulla loro serenità ritrovata.
Avevano annullato il viaggio a New York, ma a Sammy quella decisione sembrò avventata ed inutile.
“Perché negarci la nostra vacanza?”
Glielo stava chiedendo, appoggiato allo stipite: Dean si bloccò, scendendo dal tapis roulant e tamponandosi il collo con una salvietta, ridacchiò isterico – “Perché quel bastardo è uno spetto, che mi perseguiterà in eterno, morto o vivo non c’è differenza!”
“Invece la differenza c’è ed è questa! Negarci una gioia, un progetto, fosse anche una cazzata Dean!”
Il broker scaraventò l’asciugamano oltre Sammy, correndo ad abbracciarlo, costernato da un pianto, che ormai odiava, perché lo faceva sentire così fragile ed inutile, come se non avesse concluso niente di buono sino a quel momento.
Cosa gli avrebbero chiesto i legali di Stabler?
I dettagli sui rapporti sessuali avuti con quello che non era neppure un patrigno, con quell’essere immondo, indefinibile, inclassificabile con qualsiasi figura familiare affettuosa o meno?
Se gli piaceva?
Se lo cercava?
I motivi in base ai quali non lo rifiutava, le ragioni per cui mai era finito in ospedale, pestato a sangue, come invece era capitato a quel tredicenne?
Se lo prendeva in bocca da altri, se se lo faceva ficcare dentro dagli amici del suo vecchio?
Era un apoteosi volgare e soffocante, come quella cinghia, poteva sentirne l’odore, le sue narici ne erano colme, quanto la sua gola del seme viscido di quel verme, i ricordi si ammassavano nella mente di Dean, il suo respiro si faceva affannoso, mescolato ai singhiozzi, finchè non perse i sensi, spaventando Sammy, che si precipitò a telefonare.


Cody versò da bere per i presenti, riuniti intorno al tavolo, sistemato in veranda, davanti alla piscina, dove Kurt nuotava con Lula e Martin.
Dean e Sammy lo ringraziarono mesti, mentre Glam studiava il file, preparato frettolosamente da Denny, che sbirciava l’orologio da alcuni minuti.
“Vai pure se devi.” – disse pacato Geffen senza distogliere l’attenzione da quei fogli e da alcune foto agghiaccianti.
“Ti ringrazio capo, sai Tomo mi aspetta per andare in montagna … buon anno allora …”
Gli amici lo congedarono calorosamente, ma con pensieri oppressi dall’ansia, ben lontani dal volere festeggiare.

“Ho parlato con il procuratore, siamo amici, ciò nonostante è stato restio, il caso è delicato, anzi ostico. Lui vuole inchiodare Stabler, ma ci sono delle incongruenze.”
“Di cosa parli?” – chiese Brandon.
“Il pestaggio ad esempio: il figlio … sì insomma, Kirk Truman pare abbia mentito. Sono stati dei teppisti e non Stabler a ridurlo in quel modo. Lui, per paura di ritorsioni, lo ha accusato, scegliendo il male minore, a quanto pare e questo non gioca a suo favore.”
“Quindi se la caverà?!” – esplose Dean.
“Stabler è stato incarcerato per guida in stato di ebbrezza e truffa assicurativa: ha provocato un incidente, ma è stato scaltro nel rimescolare le carte e prendersi un cospicuo risarcimento. Le indagini lo hanno smascherato, scoprendo che era lui ubriaco al volante e non il guidatore dell’altra vettura coinvolta.” – spiegò Geffen.
“E’ sempre stato un furbo, ve l’assicuro.”
“Voleva impietosirli con la scusa che i soldi gli servivano per un altro giovane disabile in affido: tutte balle.”
“Ma non ha una moglie?” – intervenne Sam.
“Qui si parla di una convivente, Stabler ha divorziato cinque anni fa e … Margie Stabler è deceduta a marzo del 2017, senza mai convalidare le denunce presentate dagli assistenti sociali, tardive ovviamente.”
“Lei era una stronza”
“Dean …”
“Sì Sammy lei la era!” – esclamò, alzandosi di scatto.
Geffen fece altrettanto, porgendogli un bicchiere d’acqua – “Sammy è la tua forza, non devi prendertela con lui, anche se questa rabbia servirà a sostenerti ed a darti il coraggio per assicurare questo maiale alla giustizia, ok Dean?” – gli disse paterno.
Il giovane si quietò, aggrappandosi al collo di Sammy, che non tardò a consolarlo, parlandogli sommessamente, con estrema tenerezza.
Geffen e Cody rientrarono in casa.


“Come stai Glam?”
“Ho qui Lula, a me basta … o me lo faccio bastare.” – sorrise malinconico.
“Kevin?”
“Incazzato nero. Giustamente.”
“Ha firmato per il divorzio?”
“No e temo che sarà un’agonia … Almeno in questa fase devo essere inamovibile, per il suo bene. Nostro figlio sta già metabolizzando il cambiamento.”
“E Jared …?”


“Mi dispiace Sammy … mi dispiace”
“Smettila zuccone …” – gli sussurrò lui, senza sciogliere quell’intreccio di braccia, quell’aderire dei loro busti, mentre le gambe di Dean sembravano cedere ad ogni minuto, che sembrava non finire mai in quel contesto solare ed immacolato.
Sammy tornò a guardarlo, per dargli un bacio, antidoto infallibile, per fare tornare radioso quel volto tempestato da lentiggini adorabili.
“Ti amo Sammy, ma tu prima o poi ti stancherai e”
“Ti amo anch’io e ci vuole altro per stancarmi cucciolo.” – assentì deciso.
“Ehi Sammy, c’è Jared …”

Tutti lo accolsero affettuosamente.
Jared li salutò uno ad uno, stringendo sul cuore sia Lula che Martin.
Cody notò lo stupore compiaciuto di Geffen, che aspettò il suo turno paziente.
Quando il cantante dei Mars posò i suoi cieli d’oriente su di lui, l’uomo sentì il cuore salirgli alla gola.
“Ciao Glam …” – disse con voce serena – “Vi ho interrotto, sembra importante …”
Nulla lo era più di lui: a chi circondava Geffen, non rimanevano dubbi.
Sam, Dean, così come Brandon, Kurt e Martin, aembrarono svanire, in un’allegra confusione di arrivederci.
Rimase soltanto Vassily, che aveva accompagnato Jared e che doveva fare altrettanto con Lula, riportandolo alla Joy’s House.

Jared si guardò in giro.
“Il pianoforte …” – e sorridendo andò a posizionarsi alla tastiera, suonando da subito un pezzo, sconosciuto a Glam.
“E’ nuovo?” – domandò l’avvocato appoggiandosi verso la coda dello strumento.
Jared fece sì, sfilando una penna dal taschino della camicia ed allineando note ed accordi, sullo spartito intonso, posto sull’apposito leggio.
Guardò poi Lula, che si stava rivestendo veloce.
“Mi dispiace, non sapevo ci fosse qui vostro figlio … non voglio creare problemi con Kevin.” – disse quasi smarrito, all’improvviso.
“Credevo che Vassily te lo avesse detto.” – replicò tranquillo Geffen.
Jared rise – “Sai che lui è del Kgb, non si lascia sfuggire una sillaba”
“Giusto … ormai è fatta.”
“Sì Glam.” – e lo investì nuovamente con i suoi occhi.
Lula interruppe quel loro contatto visivo – “Papà io vado!”
“Amore vieni qui …” – e lo raccolse, facendolo roteare – “Domani vengo a prenderti per la nostra cena con Pamela e le gemelle, ok campione?”
“Okkeiii!! Zio Jared ci sarai anche tu vero?”
“Non lo so tesoro … Ho promesso alle mie principesse di vedere i cartoni …” – disse perplesso.
I suoi programmi erano quelli, ma non voleva restare alla End House dopo la mezzanotte.
“Zio Jared sarà con noi in settimana, se vorrà, ok Lula?”
“D’accordo, ci conto!” – asserì il piccolo, serioso e buffo.

Jared continuò a comporre, Glam non lo disturbò, restando steso su di un lettino prendisole, dopo avere acceso alcune candele all’interno di lanterne in ferro battuto.
Il buio calava progressivamente, ormai era tempo di cena.
“Te lo mangi un passato di verdure?” – domandò Geffen, posandogli i palmi caldi sulle spalle.
“Hai dei pop corn?”
“Certo … li preparo.” – e dopo avergli dato un bacio tra i capelli, si diresse in cucina, scivolando via, senza fargli ulteriori domande.





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