mercoledì 2 maggio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 100

Capitolo n. 100 - sunrise


Jared e Violet spensero le candeline.
Nel salone si intrecciavano ed a volte scontravano gli sguardi, tra Glam, Colin, Kevin, ma anche Shannon, Tomo, Owen, Denny.
Dean e Sammy discorrevano con Brandon e Kurt dal rispettivo arrivo alla festa, senza curarsi troppo di certi dettagli.
L’analista era abituato a quelle gare di resistenza, nell’ottica di una competizione, mai esauritasi tra i veterani di quella strana famiglia.
Jamie, Marc e Julian erano passati solo per salutare, prima di decollare verso Londra.
Phil, Xavier, con Drake e Pamela, risultavano i più allegri, come al solito.
I bimbi allietavano ogni istante della festa, studiata in realtà solo per loro.
Tutti passarono nel parco, disperdendosi, finchè Jared non andò a recuperare Kevin e Glam, tenendo per mano Colin.
“Adesso seguitemi in biblioteca!” – disse sereno, ma perentorio.
Farrell cadde con gli occhi in quelli di Kevin, mentre Geffen era impaziente di tornare a casa, senza Lula affidato a Rice, per affrontare con calma il consorte e discutere della loro separazione, senza rimandare oltre.


July si aggrappò alla gamba di Denny, che la prese istintivamente in braccio.
“Ehi splendore …” – disse estasiato.
“Ciao”
L’approccio di Owen racchiudeva quella timidezza mista a curiosità, di chi vuole sondare un terreno sconosciuto.
Quell’aitante legale, di cui Tomo era visibilmente innamorato, rappresentava un autentico mistero per Rice.
Il gallerista pensava all’inizio, che Denny fosse un cinico, dovendosi poi ricredere.
“Ah ecco il tuo papà”
“Tienila pure Denny, mia figlia ha un debole per gli avvocati.” – e rise.
“Lo faccio volentieri, ma sono molto apprensivo, Tomo me lo ripete di rilassarmi, però non ci riesco.”
“Io preferisco chi è responsabile, come me del resto … Beviamo qualcosa?”


Jared chiuse la porta.
“Siete miei prigionieri.” – disse ridendo.
Colin andò ad appoggiarsi alla scrivania, Kevin ad un davanzale, mentre Glam si accomodò in poltrona.
“Ok io mi metto qui, al centro della stanza, così posso guardarvi ed esporvi i miei pensieri e le mie emozioni.”
Farrell sorrise, incrociando le braccia, avvertendo le dita gelide attraverso la stoffa sottile della sua camicia.
Kevin era come cristallizzato.
Geffen all’apparenza serafico, a sprazzi distratto, quasi una presenza dovuta, per accontentare Jared e nulla più.
“Ok, ora che ho la vostra attenzione, posso procedere … Colin, Kevin, io vi devo delle scuse, perché mi rendo conto di avervi procurato delle sofferenze inconcepibili, a causa di scelte spesso avventate e scarsamente ragionate, fatte in passato. So che abbiano sviscerato, soprattutto tu ed io Colin, ogni singolo passaggio e problema, fino a ricominciare, ma dopo la mia breve vacanza in Haiti, con Dean e Sammy, ho realizzato quale fosse il mio posto al mondo … il mio destino.”
Farrell deglutì – “Tesoro ascoltami”
“No, un attimo amore” – lo interruppe, rivolgendosi poi a Kevin – “Ci siamo fatti del male, anche se un tempo eravamo come fratelli … Non rinnegherò il mio amore per Glam, ma lui è tuo marito ed io voglio rispettare il vostro matrimonio, senza ulteriori incertezze od ombre.”
Geffen socchiuse le palpebre, uno smarrimento amaro ad attanagliargli il cuore.
“Resta poco da dire ragazzi, a parte la mia richiesta di perdono … Ne ho bisogno, per ristabilire una linea di partenza o semplicemente per riconquistare ciò che ci portava ad essere un nucleo solidale. Auspico non sia un ideale soltanto mio … Cosa ne pensate …? Colin …? Kevin?”

Il silenzio calò tra i presenti.
Jared provò un fremito al centro del petto: forse Kevin non era stato sufficientemente convinto dal suo discorso, ma su Colin non aveva dubbi.
Eppure anche l’irlandese gli appariva come bloccato da un inesplicabile imbarazzo.
“Jared i tuoi propositi sono commoventi, per me, ma al tempo stesso mi spingono verso un’altrettanta chiarezza nei tuoi riguardi tesoro … Non potrei infatti apprezzare il reciproco cammino, se non te ne parlassi.”
“Ti ascolto Cole” – ribattè il cantante dolcemente.
“Io … io ti ho tradito con Kevin”
“Colin questo appartiene a quegli errori già puntualizzati e superati” – esordì, mozzando sul nascere le parole di Farrell, che riprese immediato la propria confessione.
“Ti sbagli Jay. Purtroppo non mi riferivo a ... Sì, insomma, è accaduto di nuovo”
Jared sentì ogni sillaba crepitare sugli zigomi, mentre le sue iridi cobalto correvano verso Geffen, improvvisamente in piedi.
Kevin sembrava distante, di certo non aveva pianificato quell’incresciosa situazione con Colin.
“Di … nuovo …?” – disse flebile, non sapendo dove mettere le mani, in un’inadeguatezza fisica assurda.
“E’ accaduto quando Lula è andato in ospedale per l’appendice … Kevin è … Kevin aveva discusso con Glam e lui … Kevin aveva un segno sulle labbra … Mi … mi disse che l’aveva picchiato e”
“COSA?!!”
Quello fu come un tuono in un unico termine: Geffen sembrò esplodere, tra stupore e delusione.
Kevin si mosse, ma la confusione gli impediva di dare una motivazione al proprio comportamento.
“Avevamo litigato, è vero, gli ho dato uno schiaffo, lo ammetto, in risposta a quello che lui per primo mi aveva dato! Io non ti ho mai alzato le mani, come hai potuto lasciare intendere il contrario Kevin, si puo’ sapere!!?”
Jared si mise i palmi sulla faccia, raccogliendo i pensieri sempre più confusi e spezzati.
Farrell tentò un contatto – “Jay stammi a sentire …”
“No … non è vero … Mi è incomprensibile il tuo modo di agire Colin, ma dimmi, ora, che stavi scherzando ed io … io ti crederò. Io ti …” – ma la sua voce andò a spegnersi, come un cerino acceso e poi gettato nel lago dei quarzi di Farrell.
“Si è trattato di un momento di follia … Jared io ero sconvolto di fronte a quella prepotenza subita da Kevin …”
“Il … il bambino … mi avevi chiesto un’altra adozione ed io … io non mi sentivo pronto e ti ho chiesto del tempo … Ho disatteso le tue aspettative … ho … ho arginato un desiderio maturato in te … E … e mi hai punito … come d’abitudine!”
“No Jared, io ti giuro”
“NON GIURARE! Non … giurare … Mio Dio … Hai goduto dentro di lui, per poi venire da me e sporcarmi di voi!!” e cadendo in ginocchio, Jared scoppiò in un pianto silenzioso, quanto abbattuto.
Voleva andarsene in qualche modo: l’ambiente intorno a lui era divenuto ovattato, i suoni dilatati, come la visione di Colin che provava a recuperare, mentre Kevin balbettava un’improbabile spiegazione, parlando di un equivoco ad un Glam paralizzato dalla sua stessa furia.
“Jared ti prego alzati” – insistette Farrell.
Leto scattò verso la parete, ribadendo con tono soffocato – “Non … toccarmi …”
Geffen si interpose tra Colin e lui, capendo che comunque Jared non voleva essere sfiorato da nessuno.
“Glam faresti … mi fa-faresti un favore …?”
“Sì … certo”
“Chiedi a Shan di aspettarmi sul retro con la macchina e … e se potesse ospitarmi per qualche giorno”
“Jared”
“Glam lo puoi fare?” – e lo fissò vitreo.
Geffen annuì, uscendo da quello che gli apparve come l’antro dell’inferno ormai.
Kevin si piegò sul divano, così come Colin verso Jared, con una balbettante quanto inutile supplica.
“Ho coltivato un sogno, sopra ad una montagna di stracci Cole … Nessuno supera certi traumi, nessuno, vero Kevin? Almeno in quello sei stato sincero, quando hai sibilato come un serpente a sonagli che non mi avresti mai perdonato per certe cose.” – disse con una calma inquietante, quando invece sarebbe stato più salutare uno scontro fisico, anche violento.
“Jared se tu potessi darmi l’opportunità di chiarirci, lontano da qui, tu ed io … Jared … Jay …”
Le lacrime di Farrell erano due scie luminescenti, verso le quali Jared abbozzò un movimento, quasi un riflesso, per asciugarle, ritirando subito la mano, chiudendola a pugno e puntandola sull’addome tremolante, come il resto di lui.

Geffen tornò dicendo a Jared che Shannon lo stava aspettando.
“Vuoi … vuoi che ti accompagni?” – chiese esausto.
“No Glam, ti ringrazio. Adesso vado a salutare i miei figli, anche se domani tornerò a trovarli. Isotta viene con me, lei ... lei adora giocare con July” – ribattè alienato risollevandosi.
“Jared!” – esclamò Colin disperato.
Fu inutile.


Il batterista dei Mars non aveva proferito un minimo concetto, da quando avevano lasciato la residenza di Jared e Colin.
“Ecco, siamo arrivati … Dico a Clotilde di occuparsi di Isy?”
“Sì, d’accordo. Gli altri?”
“Owen con Josh, Lula e July passavano alle giostre e poi saranno con noi a cena.”
“Vorrei una tisana, nella mia camera Shan, se non è un problema.”
Leto sbuffò parcheggiando – “Chiedi ciò che vuoi, ma dovresti anche”
“Non voglio pensarci Shan, non voglio … Devo stendermi, sono a pezzi.”


Il giubbetto in jeans penzolava da un lato a causa del peso di quello scrigno.
Jared lo estrasse, senza percepire niente.
Era la semplice soluzione per raddrizzare quel capo di abbigliamento consumato ai concerti di Coachella e durante le gite notturne in compagnia di Colin, in Marocco oppure Parigi.
I ricordi si mettevano in fila, come tanti soldatini e quel generale era inerme, sconfitto e non credeva neppure più a sé stesso.
Scoprì il contenuto, accasciato sotto alla finestra: un mazzo di chiavi ed un mini cd.
Sul comodino c’era un net book, forse dimenticato da Rice.
Un file video era il contenuto, che Jared aprì, la gola asciutta.
Glam gli stava sorridendo, dopo essersi piazzato sopra ad un divanetto di pelle bianca, sullo sfondo una piscina ed intorno degli arredi bianchi e moderni, di classe.
Jared attivò l’audio.

§ Questa è Palm Springs Jay … e questa (fece una panoramica) è una villa che ho affittato, ma potrei anche comprarla se … Ok, non salto alle conclusioni (rise), partiamo dalla mia decisione di trasferirmi a pochi chilometri dalla città, in un luogo, che ritengo fantastico.
Li vedi? Sono incartamenti per un divorzio: il mio (divenne serio, mostrando un plico).
Jared oggi stesso affronterò Kevin, provando a fargli capire il mio punto di vista … sarà terribile, ma non voglio più che lui rinunci ad avere una relazione autentica, pulita e sincera, con chi vorrà.
Nel mio cuore esisti tu piccolo …
Diversamente, mai ti avrei fatto la mia proposta e, anche se cadrà nel vuoto, poco importa: so che sei felice con Colin ed è ciò che per me più conta.
Che tu sia felice, Jared (sorrise nuovamente).
E’ inevitabile innamorarsi di te, però se in precedenza c’è stata quasi una gara per conquistarti ora io vorrei guardarti libero di amare e di dare un senso ad esistenze come la mia, nonostante non siamo o non saremo una coppia.
Sognare è legittimo … (e scrollò le spalle simpaticamente) ad un vecchio come me è consentito Jay …
A proposito: ancora tanti auguri per oggi a te ed alla mia … nuora? Giusto? Violet … Vivy bella … bella come sei tu, amore mio.
(Inspirò).
Quelle aprono il cancello, la blindata … vieni quando vuoi, l’indirizzo lo trovi sul biglietto colore argento … molto marziano direi (rise fragoroso)
A presto e …
E ti amo Jared, ti amo, ciao … §

On/Off
Il led blu sembrò appassire, sotto al tasto appena premuto da Jared.
Ripose il cd e le chiavi, da dove le aveva prelevate.
Si diresse, come anestetizzato, da Isotta.
Lei era tra lenzuola e peluche, rannicchiata e tranquilla.
Quando scorse Jared, quasi esultò.
“Papino …” – raramente lo apostrofava così – “E papà Colin per la nanna?”
“Stanotte dovrai accontentarti di me … se vuoi dormiamo insieme”
“Sììì!!”

Jared ripercorse quello spazio, sconosciuto ed austero, fatto di tappeti, quadri e vasellame pregiati, talmente odiosi al suo spirito semplice.
La nuova dimora di Geffen, al contrario, gli era apparsa accogliente, anche se estremamente moderna, dagli scorci rivelati dal video.
Fu un’associazione di idee, che non mutò il suo disagio: dalle iridi, le lacrime, sembravano volere straripare, pulsavano, senza trovare una via d’uscita.
Paragonò quella tortura alla propria condizione, mentre chiudeva i tendaggi e sorvegliava Isotta, senza accorgersi che Colin era sul marciapiede, fradicio di pioggia: nemmeno di quella, Jared, si era reso conto.
Si sentiva, semplicemente, finito.








One day, maybe we'll meet again ...

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