lunedì 14 maggio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 109

Capitolo n. 109 - sunrise


Geffen lo stava osservando da alcuni minuti.
Jared aveva una piega sotto l’occhio sinistro, simile ad una lieve cicatrice, che sembrava sottolineare maggiormente il fascino delle sue rare iridi blu cobalto.
Le sopracciglia erano folte ed a volte Jay le curava, delineando maggiormente l’arcata perfetta, su quel volto perfetto.
Ogni dettaglio lo era, anche le rughe appena accennate, forse merito di quell’alimentazione vegana, per la quale Jared andava orgoglioso.
Privarlo di una carezza, a Glam, sembrò quasi un delitto, ma avrebbe potuto svegliarlo ed in fondo non voleva che accadesse, perché l’evolversi della giornata lo avrebbe portato distante da lui, ma non prima di un qualcosa ben preciso.


Kevin si liberò del secondo preservativo, gettandolo nel cesso, in quell’elegante bagno, all’interno del resort, nel quale si era come rifugiato con Tim.
Avevano partecipato anche al party di quegli amici del ragazzo, che andò a presentarglieli, uno ad uno, destando nel bassista interesse pari a zero.
Quando Kevin rientrò nella stanza, dove Tim stava sonnecchiando, era indeciso se filarsela, poco decorosamente oppure trascorrere altro tempo con lui.
“Ehi ciao.”
“Ciao Tim. Credevo dormissi”
“In effetti Kevin, dopo tanto sesso …” – rise, stritolando il cuscino.
“Ok”
“Ok cosa Kevin?” – chiese, fissandolo.
“Ok ci siamo divertiti, credo”
“Sì abbastanza.”
“Ah bene, mi stai dando un voto?” – chiese Kevin innervosendosi, mentre si rivestiva.
“Perché non torni qui?”
“Ho altre priorità, mio figlio ad esempio.” – replicò secco.
Tim scattò seduto contro lo schienale imbottito – “Hai un figlio?”
“Sì con Glam, adottato ovvio.”
Tim ridacchiò – “Hai preso in carico anche il resto della sua ciurma? Io sapevo che ha collezionato mogli, poppanti, amanti … Ora che ci penso, ho un amico che frequenta Geffen.”
“Chi scusa?”
“Forse lo conosci, si chiama Kurt.”
“Kurt è … Beh che centra?”
Tim fece spallucce – “E’ un bell’uomo Glam Geffen, te lo sei scelto bene, ma non mi stupisco se ora stai divorziando da lui.”
Kevin stava bevendo da una bottiglietta e l’impulso fu quello di tirargliela addosso.
“Conosco il passato di Glam, cosa credi??!” – inveì.
Tim sembrò ammutolirsi, ma l’espressione del suo viso era sofferente, ma compostamente algida.
“Perché mi stai trattando come una puttana Kevin?” – domandò calmo il giovane.
“Cosa … ?” – Kevin sembrava incredulo di fronte alla sua determinazione, ma poi ricambiò quella risata leggermente isterica – “Senti, uno che se ne va in giro con le tasche zeppe di condom ed adesca gente nei bar, come lo definiresti? Quale dovrebbe essere il prossimo quesito da parte mia, Tim? Accetti contanti o carta di credito?”


“Buongiorno Glam.”
Jared si stiracchiò, per poi accucciolarsi sotto l’ala dell’avvocato, che lo strinse forte – “Ciao tesoro.”
Il cantante notò un’armonia splendida in Geffen.
“Sei riposato e … raggiante Glam.” – osservò con un candore, capace di stenderti.
“Hai realizzato uno dei miei sogni, sai?” – e gli diede un bacio sulla tempia destra.
“Uno dei …?”
“Sì, hai capito, addormentarmi con te e svegliarmi con te Jared.” – spiegò Geffen sereno.
“Penso di non fare nulla di veramente speciale Glam, bensì il contrario”
“Ti sbagli Jared … Se mi segui, te lo dimostrerò.”


Dean e Sam si ritrovarono a colazione da Hopper, per studiare gli incartamenti della causa contro Stabler.
Jamie aveva appena cambiato Julian, tenendolo poi sul petto, per dargli un biberon di latte e biscotti solubili – “Ne va pazzo, piedini ciccioni.” – disse ridendo, mentre Dean era come imbambolato ad ammirarli.
Sam gli sfiorò lo zigomo sinistro con le labbra, facendo tornare il compagno a guardarlo, per ricambiare con un bacio dolcissimo la sua delicatezza.
Marc era immerso nella lettura dei precedenti, di quello che era stato il padre surrogato peggiore per Dean.
“Gabriel e Thomas vi salutano, sapete siamo stati da loro” – esordì improvviso Sammy.
Jamie sorrise con imbarazzo – “Gabriel …?”
“Sì lui e Tom Tom” – si aggregò Dean, mostrando poi delle foto sul suo palmare al ballerino.
“Hanno una villa stupenda a Rio, poi un papà fantastico!” – aggiunse Dean con spontaneità cristallina.
“Sì, lo ricordo … Gabriel ne parlava spesso” – rammentò Jamie, passando poi Julian a Sammy per il ruttino.
Dean era come trasportato da un entusiasmo infantile, nel descrivere quell’esperienza di fine anno.
“Ci hanno accolti come dei fratelli, sì insomma hanno avuto un atteggiamento talmente cordiale … Poi questo signore, Alexander, ha una fidanzata ed è incinta: Gabriel e Tom Tom erano entusiasti, dovevi vederli!”
Hopper notò lo stato d’animo turbato di Jamie e provò a deviare il discorso, senza molto successo – “Dean dovremmo vederci con Glam per prepararti alle domande del legale di Stabler”
“Mi viene il vomito solo a pensarci Marc, comunque comprendo che sia indispensabile per non permettere a quel maiale di soggiogarmi ulteriormente. Che differenza abissale se lo paragono ad Alexander: sì insomma lui ha avuto la capacità di amare … Perché è come un filo, invisibile, quello che quest’uomo ha tracciato nell’esistenza dei suoi figli intendo, legando i loro cuori, i sentimenti, senza soffocarli e soprattutto reprimerli … in fondo hanno la stessa madre, Tom Tom e Gabriel … La sua perdita è stata una tragedia dolorosa, ma loro hanno saputo superarla …” – gli occhi di Dean divennero lucidi.
Sammy lo avvolse – “Ce la faremo anche noi cucciolo”
Dean annuì – “Perdonatemi … Jamie forse ho esagerato”
“No … No, ma che dici?” – e sorrise confuso, riprendendo Julian – “Devo cambiare il bambino Marc, torno tra dieci minuti.”
“Ok tesoro, non c’è fretta.” – replicò calmo, sorridendogli.


http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=w9Vv1ImqxU4

La sabbia era così bianca, accecante.
Almeno quanto lo erano i fasci di rose e lilium, riuniti in una corbeille a cascata, immersa in un calice stilizzato, alto circa due metri, in acciaio ed argento.
Intorno, qualcuno aveva posizionato alcune ciotole in cristallo, dove galleggiavano decine di candele candide, mosse dal vento, in riva al mare.
Glam chiese a Jared di indossare come lui un paio di pantaloni ed una camicia avorio, senza null’altro.

Geffen lo prese per mano, portandolo di fronte a quello che poteva considerarsi un altare, ma era semplicemente – “ … un piccolo posto nel mondo Jay … dove adesso ci siamo tu ed io … oltre a questo” – e gli aprì il cofanetto in velluto, custode di quel gioiello, dalla foggia unica.
In oro giallo, a fascia doppia, quella sottostante in metallo massiccio, con incastonati cinque brillanti, taglio quadrato, quella soprastante un cartiglio intarsiato con il nome di Jared, che andava ad intrappolare quelle gemme preziose, che si intravedevano, come fossero un tappeto di luce.
“Questo è un momento soltanto per noi Jay … Oggi io ti consegno il mio cuore, perché da quando sei entrato nella mia vita, mi sono accorto di non esserne più padrone, ne dei suoi battiti e tanto meno dei miei giorni, inutili senza di te.”
Glam gli infilò l’anello all’anulare destro.
Jared perse un battito.
“Glam …”
“Che tu sia con me oppure no, Jared, io ti amo e ne sono troppo felice, questo lo sai, l’hai sempre saputo … amore mio”
Jared tremò.
Si tolse la triad e la mise al collo di Geffen.
“Non … non ho una fede per te … ho … ho questo ciondolo, però, con il simbolo che mi ha ossessionato per anni Glam … volevo che tutti lo avessero, in qualche modo, tatuato, scritto, stampato … Forse per sentirmi amato, senza comprendere che sarebbe stata sufficiente una persona sola, speciale più delle altre, generosa ed altruista, per farmi capire che anch’io avevo un senso … E tu la sei … quella persona … da sempre Glam” – due lacrime volarono dai suoi occhi luminosi e tempestati di autentica gioia.
Geffen sorrise, avvicinando le loro bocche.
“Nessuno scioglierà mai ciò che ci unisce Jared, nessuno.”
Lo baciò, sconvolgendolo, in ogni frammento di lui, che a Jared sembrò volare via, pur restando lì, raccolto dalle ali di Geffen.




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