mercoledì 30 novembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 307

Capitolo n. 307 -- gold


“Sicuro di volerci andare Jamie?”
Hopper stava scegliendo una camicia scura, per quella cena informale a villa Meliti, piuttosto dubbioso sul fatto che fosse una buona idea ritrovarsi nuovamente davanti Kurt.
“Sì … senti è successa una cosa oggi e volevo dirtela prima di uscire Marc.”
“Ti ascolto …” – disse dolcemente, abbracciandolo.
“Ho incontrato Kurt.”
“Di nuovo?”
“Non arrabbiarti … è andato tutto bene.” – ed accennò un sorriso.
“Tutto cosa?” – replicò stizzito.
“Marc abbiamo parlato … e mangiato biscotti, ero in carenza di zuccheri.”
“Tesoro sei stato male?”
“No … cioè Foster me lo aveva detto, insomma avevo finito le bustine di zucchero e quindi sono entrato in quel bar …” –“D’ora in poi ti verrò a prendere a lezione e poi …” –“Cazzo smettila Marc! Io devo cavarmela da solo, non puoi essere la mia balia, tu sei il mio uomo!!”


“Farei qualsiasi cosa per lui … ma a volte mi sembra inutile …”
Marc stava singhiozzando, seduto su di una panca, in uno dei tanti gazebo, nel parco della residenza di Antonio.
Geffen gli passò un kleenex.
“Avanti calmati, sai che Jamie ha il suo carattere e l’orgoglio grande come questa casa Marc … Semmai, non è che sei geloso di Kurt?”
“Ma che dici?!” – protestò soffiandosi il naso e ripassando il fazzoletto a Glam, che fece una smorfia – “Ehm no grazie, puoi tenerlo …”


Jared stava schivando gli omogeneizzati, che Isotta sembrava non gradire, almeno quanto Amelie, intenta a bombardare Colin.
“Ok … niente più pollo e carote ahahahah”
“Cole insisti. Dai un altro cucchiaio principessa …”
Carmela li osservava, preoccupata di non avere preparato al meglio quelle pappe, che invece erano squisite.
Almeno secondo Jared.
Gli altri piccoli erano al loro tavolo, mentre Robert e Jude avevano già provveduto, per la loro Camilla, molto più accondiscendente.
Kurt sistemò Martin accanto a Josh e Lula, per poi aggregarsi a Brandon e Xavier, che parlavano con Meliti di argomenti vari.
Justin era in disparte, dopo avere parlato con Colin in auto, durante il tragitto dal set a lì, dove aveva ascoltato dall’attore irlandese quanto scoperto da Jared.
Antonio gli andò vicino, con fare paterno, vedendolo in difficoltà.
“Justin perché non ti unisci a noi, volevamo prenderci cura della tua situazione, te lo ha spiegato Colin?”
“Sì signor Meliti …”
“Chiamami Antonio, non essere rigido, credo tu stia sottovalutando le possibili conseguenze del rapporto che hai con Brian.”
“A Colin l’ho già detto, sapevo di quello stronzo … di quel tale, che Brian vede ogni tanto … Lui mi ha chiesto scusa.”
“Ha uno strano modo di scusarsi.”
Justin sospirò – “Ci siamo presi a schiaffi, ho cominciato io e …”
“Quindi sarebbe colpa tua? No, fammi capire, lui ti tradisce, tu hai una reazione di rabbia, come penso sia logico, ma poi oltre al danno, anche la beffa di un bel livido? O più di uno?”
Meliti sembrò cogliere nel segno: infatti Justin aveva anche ematomi nascosti, sulla schiena e sulle gambe: quella colluttazione era finita a calci e pugni, ma non l’avrebbe ammesso mai.
“Il tuo silenzio è una conferma, per me, ragazzino …” – disse sconsolato il vecchio boss.
Gli specchi cristallini di Justin si saturarono di lacrime in pochi secondi.
“Io amo Brian … lo amo ancora …”
Derado prese posto accanto a lui, così Cody, che provò a parlargli con la solita calma.
Kurt provò un’angoscia recondita e fece un cenno a Brandon, che comprese il suo allontanarsi, rientrando nel salone, dove incontrò Jamie e Marc.

“Ehi ciao …”
“Ciao Kurt.” – disse il ballerino sorridente.
“Ciao …” – bofonchiò l’avvocato, che venne preso per la vita da Glam e trascinato all’angolo degli aperitivi.
Kurt e Jamie si scrutarono divertiti – “Vuoi che ti faccia da guida in questo mausoleo?”
“Ok, tanto è presto …”

Percorsero un paio di corridoi, scorgendo Jared e Colin con le bimbe, assistiti da Jude e Robert, poi in un altro salottino Owen e Shan, che si stavano baciando, incuranti di chi vagasse intorno a loro, infine una camera, dove le gemelle e Pamela, stavano guardando un quiz in tv, ridendo come pazze, nel dare risposte assurde.

“Lo so Jamie, è un posto di matti, ma io li adoro …”
“Matti simpatici, però.” – e rise.
“Forse manca il migliore, saliamo di sopra: c’è lo studio di Xavier.”
“Ti seguo …”

L’artista era al centro di una tela enorme, stesa sul pavimento, chiazzata di mille colori, gli stessi che ricoprivano Xavier, che indossava solo un perizoma, altrettanto imbrattato.
“Oh mio Dio Kurt …” – mormorò Jamie destabilizzato.
“Ahahahahh Xavy!! Ma che stai facendo??” – gli gridò, a causa del volume di una musica rock.
“Body art!! Salve ragazzi, fate un tiro??” – e si buttò in un altro angolo, lasciando impronte di ogni genere.
Kurt si tolse la casacca, dicendo a Jamie di fare altrettanto.
“Possiamo partecipare al capolavoro??”
“Sìììì!!! Jamie ci stai?”
“Ehm certo … cosa devo fare …?”
“Lascia che il mio rullo ti prenda in ostaggio!!” – e passò una canna a Kurt, che aspirò, per poi passarla a Jamie, che rimase sbigottito da quel gesto.
“Non ti ucciderà, vero?”
“Ci pensa già … la malattia …”
“Noi ce ne sbattiamo della malattia, vero Xavy?!”
“Vero!!” – e porse la sigaretta a Jamie, che li accontentò, per poi vederli fare altrettanto, vivendo il tutto come un atto di complicità e fiducia.
Iniziarono a sghignazzare di fronte ai volteggi di Xavier, che voleva convincerli di essere stato ballerino di fila in quel di Boston, divertendo soprattutto Jamie, che gli bocciava tutti i passi.
Gli schiamazzi attirarono Phil, che piombò in quella sala, con aria arcigna e severa.
“Xavier!!! Di nuovo quella cicoria messicana!!”
“Ma me l’ha regalata quel cinesino sexy … uffiii” – e facendo un broncio degno di Jared, si ritrovò sulle spalle del regista, che non esitò a sculacciarlo.
Kurt e Jamie protestarono sonoramente, vedendosi sottrarre il loro compagno di giochi, ma ben presto si ritrovarono di fronte i rispettivi Marc e Brandon, che erano rimasti senza parole.


Glam continuava a sogghignare, nell’ascoltare le prediche di Cody ed Hopper, mentre Jamie e Kurt si stavano ripulendo, incapaci di trattenere la propria ilarità, alterata dal fumo.
Meliti brontolava, sforzandosi di non ridere – “La prossima volta che Kiro mette piede qui, lo faccio perquisire!” – e sparì verso il desco, ormai pronto da dieci minuti.
Colin, Jared e Justin giocavano con le bimbe, mentre Rob e Jude passeggiavano nel parco, con un bicchiere di champagne, ancora scioccati per il guaio combinato dal loro figlio grande Xavier, che stava facendo una doccia vigorosa, oltre a sorbirsi ulteriori rimproveri da parte di Phil.
“Che esempio saresti per il nostro guapito!?”
“Phil … dai … ora smettila, abbiamo reso felice Jamie.” – disse molto lucido.
“E che sei guarito di colpo?!!”
“No, mai stato fuori, era davvero un’erba aromatica, ma la suggestione fa miracoli ahahahah”
“Eravate d’accordo tu e Kurt?!”
“Ehm … sì … piano ben riuscito!”
“Devo rivalutare la mia prima impressione …”
“Infatti!! Io sarò uno splendido papà per il nostro guapito, se … se tu mi aiuti …”
Derado quasi lo stritolò di baci.


Justin si coricò con il tablet tra le mani, con l’intenzione di scrivere una e-mail a Brian.
“Tanto non risponderà …” – pensò ad alta voce.
“Sicuro? … Come stai?”
“Ciao Colin … frastornato … Parlavo di Brian, gli stavo scrivendo, non mi ha neppure cercato questa sera, non vedendomi.” – disse mesto.
Farrell si mise a sedere sul bordo, scompigliandogli i capelli.
“Forse non è un male, non del tutto almeno. Servirà a prendere le distanze …”
“Non si abbandonano le persone che si amano ed io mi sento uno stronzo!”
“Non si picchiano le persone che si amano, credo sia più grave Justin.”
“E’ stata solo una zuffa …” – sembrò giustificarsi.
“L’unica?”
Il giovane scrollò le spalle.
“Che importa …?”
“Importa eccome, guarda che io ho passato lo stesso incubo, riversandolo su Jared e non mi pentirò mai abbastanza per averlo fatto soffrire! Se solo potessi tornare indietro, tu non immagini cosa darei per cancellare errori, i cui effetti si ripercuotono su entrambi ancora oggi.” – replicò con fermezza.
Jared stava ascoltando la loro conversazione, nascosto nel buio, come un ladro.
Sentì un nodo alla gola, tornando con la memoria a certi episodi sgradevoli: Colin aveva ragione, non era semplice superarli.
Justin si chiuse, come un riccio – “Sono di nuovo solo, dopo un altro disastro Colin … Gli uomini che ho avuto, volevano dominarmi ed alla fine mi maltrattavano, questa è la verità … Tranne che con te, anche se di certo faccio parte di quegli sbagli, di cui parlavi un secondo fa …” – disse timido.
Farrell sorrise.
“Non … non ho mai detto una cosa simile.” – replicò sentendosi a disagio.
“Ci pensi mai? Non che faccia qualche differenza …” – e sorrise impacciato, quasi schernendosi.
“Justin quando accade … appartiene alle cose belle, a cui posso pensare, ecco …”
Il grafico rise mesto – “E’ come un premio di consolazione … grazie Colin.”


Jamie mandò un sms di buonanotte a Kurt, sentendosi ancora euforico per quella serata ben riuscita.
Era rimasto anche lui con Marc da Antonio, in una camera, che gli sembrò una reggia.
Hopper si immerse nella vasca, piuttosto infastidito dalla confidenza, che aveva notato tra i due, mentre per Cody quel fatto era una piacevole novità.
“Posso accedere tra i vapori, sua maestà?”
“Che onore mr Cross.” – rispose acido.
“Uhm … sento che qui qualcuno ha un rospo da sputare, quindi … fallo.” – e si accovacciò, appoggiando i gomiti sul contorno in mosaici verde scuro.
“Spiegami da dove e come nasce questa intesa con Kurt!”
“E’ un amico … domani mi accompagna a fare la terapia, prima di partire per New York, ha il volo alle due …”
“Ma è uno scherzo Jamie??!”
“No. È una cosa che mi rende contento, anzi … Mi piace.”
“Co-cosa … ti piace, chi ti piace??”
“Avere accanto qualcuno che non sia tu Marc … Ma non capisci? Vorrei solo alleviarti di un peso.”
“Un peso? Ok, hai fumato quella robaccia ed ora straparli! Io sono il tuo uomo, giusto? Sono quello con cui hai deciso di stare e con cui condividere i problemi, il quotidiano, insomma la tua esistenza o mi sbaglio?!”
“Certo che è così, ma non siamo una coppia comune, con i casini che hanno gli altri … Finiresti per ammalarti anche tu, non per il contagio, ma per lo svilimento dovuto alle cure, che devo fare, perché voglio guarire o almeno … non morire …”
Hopper lo strinse sul petto, portandolo nell’acqua insieme a lui, senza lasciare il tempo a Jamie di sfilarsi i jeans ed i boxer, unici indumenti, che indossava.
“Tesoro smettila con questo pessimismo, ti logori l’anima, non è giusto!” – disse disperato, baciandolo, come se fosse indispensabile per respirare.
Jamie, quando si staccarono tremanti, annuì – “Infatti non è giusto, che tu subisca gli effetti collaterali invisibili di questo percorso … so che tu ci sei Marc … so di potere contare su di te. So che …”
“Io ti amo con tutto il mio cuore Jamie.”
“Ti amo tanto anch’io Marc … tanto.” – e tornò a baciarlo, con una gioia ed una passione rinnovate e sincere.










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