venerdì 25 novembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 303

Capitolo n. 303 - gold


“Questo cerotto ha un gel, che riassorbirà il livido … ecco fatto Jared.”
“Grazie Brandon … e per riassorbire quelli che ho qui?” – ed indicò un punto al centro dei suoi pettorali.
“Per quelli possiamo solo … parlarne.” – e Cody gli sorrise, accarezzandogli i capelli.
Jared era coricato da ore, mentre Colin pensava alle bambine.
“Questo viaggio ad Haiti è stato un disastro Brandon … Volevo rendermi utile per la fondazione, ma temo di avere deluso tutte le aspettative di Glam.”
“Lui non te ne vorrà, stai tranquillo.”
“Già … ma abbiamo avuto una discussione …”
“A che proposito?”
“Colpa della mia … non so neppure più come definirla. Io l’ho fatto solo soffrire e non mi sono mai pentito a sufficienza per questo, ho peggiorato le cose in varie occasioni e lui ha sopportato paziente il peso delle mie incertezze.”
“Lo fa per un unico motivo Jared: lui ti ama ancora.” – disse pacato, misurandogli la pressione.
“E’ … reciproco …” – replicò sottovoce, per paura che Colin arrivasse all’improvviso ed ascoltasse la loro conversazione.
“Ah questo lo so. La tua testolina disordinata è il caso clinico più ingarbugliato che io conosca oppure è il più semplice da dissipare.”
“In che senso Brandon?”
“Glam è stato un amico, poi vi siete innamorati, è diventato un amante, un compagno mancato, lo hai tradito, tornando dal tuo compagno, anzi, da tuo marito, quindi è tornato ad esserti amico, confidente, poi … di nuovo amante?”
“No. Ci vedevamo di tanto in tanto, anche con Isy … andavamo a pranzo, parlavamo … non abbiamo più fatto l’amore e tanto meno del sesso.” – disse turbato.
“Il tuo ideale di padre è Geffen?”
“Perché me lo chiedi?”
“Glam è ora il daddy più quotato in giro per Los Angeles, ma tu non l’hai mai conosciuto nelle vesti di avvocato senza scrupoli, che cambiava moglie come i calzini, facendo figli, di cui non si occupava minimamente, senza legarsi a niente e nessuno, che non potesse rendergli un qualche tornaconto.”
“Ricordo che seguì il tuo divorzio, rovinandoti Brandon, sei ancora rancoroso verso di lui per questo?”
“Assolutamente, qualsiasi legale scalcinato mi avrebbe spremuto come un limone, colto in flagrante con l’amante ragazzina, anche se maggiorenne.” – e rise.
“Le persone possono cambiare.”
“Certamente, guarda me, chi l’avrebbe detto che mi sarei innamorato come un pazzo di un ragazzo … come Kurt per giunta.”
“Una storia bellissima Brandon …”
“Non sempre, abbiamo avuto i nostri problemi, anche a causa tua … e poi di Hopper, la conosci la storia?”
Jared deglutì a vuoto – “Kurt non me ne ha ancora parlato …”
“Lo farà, ne sono certo.”
“Forse no, appartiene al passato … non c’è motivo di rivangare …”
“Non ne sarei tanto certo Jared.”


“Sì Flora, mi dica.”
“Avvocato c’è il signor Kurt in anticamera, avevate appuntamento?”
“No … cioè … lo faccia passare, ho venti minuti, poi vado in aula.”
“D’accordo … Kurt, vada pure.”


Jared fissava il visore del suo cellulare.
Era già la quarta telefonata di Geffen.
Colin era andato sul set, lasciando Shannon con il fratello.
“Avanti, rispondigli.” – disse il batterista, allontanandosi sul balcone, per fumare una sigaretta.
“Ma non avevi smesso??!” – gli urlò Jared, prima di accettare la chiamata.
“Ciao Glam …”
“Buongiorno. Come stai?”
“Ancora un po’ debole, Brandon mi ha imbottito di vitamine … e chiacchiere …”
“Lo so, si è consultato con Sebastian, ero presente …”
“Siete a casa?”
“Arrivati da un’ora, Kevin e Lula russano come due orsi, facevano il bagno pochi minuti prima di partire, si sono divertiti.” – e sorrise.
“Meno male …”
“Dobbiamo vederci Jared.”
“No. Cioè … succederà … venite qui a cena, magari sabato …” – disse incerto.
“Ti ringrazio, ma prima vorrei incontrarti, da solo … volevo scusarmi …”
“Lo stai già facendo … Ho bisogno di calma Glam … Vedo poco anche Colin, sto scrivendo dei nuovi pezzi … Vorrei creare senza …”
“Senza scocciature?” – e rise imbarazzato.
“Tu non sarai mai una scocciatura … mi fa così tanto piacere sentirti … sapere che … che non sei arrabbiato con me … Ti … ti voglio bene Glam, a … a presto.” – ed inghiottendo un singhiozzo riattaccò.


“Perdonami … non chiedo altro Marc. Ho usato parole cattive, inadeguate, anzi, insensate.”
Kurt riprese fiato, fissando Hopper, che rimaneva gelido al di là della propria scrivania.
“Tu non sai niente di Jamie, l’hai insultato con disprezzo, ti sei domandato il motivo?”
“No … anzi sì, cazzo!” – e si strinse nel suo giubbotto di pelle.
“Mi hai mollato come un coglione, pur sapendo che mi ero affezionato a te, che ci tenevo al nostro legame, anche se era soltanto agli inizi, insomma hai fatto una scelta, ok, l’ho rispettata, forse ti avrò cercato per rivederti, ma poi ho accettato la tua fottuta decisione! Poi te ne torni a Los Angeles e fai del tuo peggio per guastare il mio rapporto con Jamie. Io lo amo, hai capito?”
“Mi sono preoccupato per te, anch’io ci tengo a … Marc non potevo permettermi di distruggere la mia famiglia con Brandon e Martin, abbiamo una grande responsabilità verso nostro figlio, ma ciò non toglie che anch’io avessi dei sentimenti sinceri!”
“A me non importa più di quello che provi o che hai provato Kurt, specialmente dopo averti visto in azione con Jamie e con me, senza alcuna comprensione, nonostante il tuo passato ed il sostegno che hai ricevuto quando sei stato massacrato da Crane. Tu hai vissuto mille inferni eppure non hai avuto alcuna compassione per un ragazzo che non si prostituiva, come te, ma che è stato contagiato dall’uomo che amava, un bastardo bugiardo e senza scrupoli.”
“Non ho mai detto o pensato che Jamie si prostituisse …”
“Allora chi sono i relitti, secondo te??”
Kurt impallidì.
Si rialzò faticosamente, andandosene senza fare rumore.


“Su ridillo principessa …”
“Pa … papi!”
“Sììì! Jude!! Vieni in veranda, Camy deve dirti una cosa!”
Downey era raggiante, mentre sollevava la piccola, che rideva felice.
“Stavo preparando le verdure, avete cambiato menù ragazzi?” – domandò sorridente, raggiungendoli.
“No, anzi … Camilla guarda chi c’è …”
Lei tese le manine a Law sgambettando vivace – “Papi!!”
“Oh mio Dio … tesoro …” – e l’accolse sul suo petto, cullandola, mentre due lacrime rigavano il suo volto affascinante, che Robert si affrettò ad asciugare con una moltitudine di baci.


Justin sembrava immergersi nella tavola che stava disegnando, coprendo metà del suo viso con il braccio sinistro.
Colin lo stava osservando da qualche minuto, chiedendosi come mai lavorasse in una penombra poco consona a ciò che faceva il ragazzo.
“Perché non ti accendi la luce? Ok che è una produzione in economia, ma non siamo ridotti tanto male Justin ahahaha” – ed accese un faretto, il cui fascio andò a colpire lo zigomo dell’altro, che si schernì.
“Cos’hai fatto lì, Justin?”
“Nulla, ho … ho sbattuto contro lo stipite, mentre stavo uscendo stamattina, ero di corsa e non volevo svegliare Brian …”
“D’accordo che veniamo qui presto, ma non sei mica un gatto capace di muoversi al buio …” – sdrammatizzò, ricacciando nella testa altri pensieri su ciò che stava vedendo.
“Sì … Ma poi lui si innervosisce … Non sta lavorando, ha qualche problema.”
“Francamente devo ancora capire cosa voglia fare Brian della sua vita, dopo il film con Derado.”
“Siamo in due …” – replicò mesto, andando a versare del caffè.
“Justin senti … è stato lui a farti quel …” – “No! Non pensarlo nemmeno Colin!”
“Era una semplice deduzione … sei strano da quando abbiamo iniziato questo nuovo progetto …”
“E’ tutto a posto. Vado dal regista, sono in ritardo.”
“Ok … a dopo allora.” – e lo salutò poco convinto delle sue spiegazioni di circostanza.


“Miss Wong ti manda questi … ammira ahahah”
“Glam … Tu non molli mai la presa.”
“Un vero mastino Jared … Buoni, biscotti della gioia … ma non erano della felicità?”
“Miss Wong è una rivoluzionaria, cambia gli ingredienti a seconda della spesa, che le porta il dolce consorte …” – e rise, prendendone uno dal vassoio, che Geffen aveva posato sul letto.
“Siediti Glam …” – ed il cantante gli indicò il bordo.
“Ok … vieni qui, adesso.” – e lo strinse – “Mi sento meglio Jared, il nodo in gola si sta sciogliendo, pensavo fosse un altro infarto …” – e sorrise complice.
“Siamo due stupidi …”
“Parla per te mascalzone.” – e gli massaggiò la schiena, coperta da una t-shirt leggera.
“Lula si è scatenato?”
“Sì … poi ha pianto quando ha visto l’orfanotrofio, ma ha voluto giocare nel cortile sulle altalene, con i bimbi nuovi …”
“E’ stato fortunato a trovare due papà come voi, due super papà come dice sempre Lula …” – e sorrise, abbandonando le coltri per andare a farsi una doccia.
“Torno in ufficio Jared, ci vediamo per la cena, se l’invito è confermato.”
“Sì, ci saranno anche Kurt e Brandon … volevo chiedere anche a Marc e Jamie, ma forse non è una buona idea Glam.”
“Credo che sarebbe una pessima idea.”


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