venerdì 22 novembre 2013

ZEN - CAPITOLO N. 217

Capitolo n. 217 – zen



Jared si svegliò per primo.

Durante la notte, ogni tanto, sbirciava il respiro di Glam, auscultando il suo petto nudo sotto la casacca del pigiama.

Leto ne indossava uno simile, trovato nel cassettone di quella che un tempo era la sua camera privata, alla villa di Palm Springs.

Geffen si rendeva conto delle sue manovre e sorrideva sbuffando, riprendendolo stretto a sé, dandogli un bacio sulla tempia o sulla guancia destre; non era successo altro.

“Eccoci qui … La colazione!” – esclamò solenne, attivando le tapparelle elettriche.

Glam grugnì, coprendosi il volto con il guanciale stropicciato dal suo sudore.
Ormai ci era abituato, così come ad un leggero tremore delle dita, appena si sollevava.

“Ora passa …” – disse assorto, rifiutando momentaneamente la tazza di caffè, che Jared gli porse con un sorriso, smorzatosi da subito.

“Hai fame?”
“Sì tesoro … assaggio la torta di mele … no, di nocciole, meglio”
“Io preferisco quella ai mirtilli … Hai una bella scorta in dispensa”

“Ci ha pensato Vas con miss Wong, mi hanno fatto una sorpresa, non lo sapevi?”

“Riconosco il tocco … Lei è una maestra in cucina”
“Sì una brava persona … di famiglia Jay” – e sorrise, apprezzando il cibo e le bevande calde al punto giusto.

“A proposito … Come ti senti dopo la nascita dei gemelli? La famiglia si è appunto allargata”

“Sì, dovremo fare una gigantografia il prossimo Natale …”  - ma quella riflessione gli morì in gola, pensando alla scadenza, che i dottori avevano indicato nel decorso del suo cancro.

Si riprese, però, immediato.

“Abbiamo scelto i nomi, con Pam … Alexander e Sebastian, ti piacciono?”
“Il … Il primo è carico di significati per Colin ed il sottoscritto …” – arrossì – “Ed anche Sebastian è molto bello”

“E’ lo zio, il fratello di Pam, quello che lavora ad Haiti”
“Il medico, sì, lo ricordo bene Glam, mi ha salvato un sacco di volte con le sue vitamine”

Jared era splendido, anche nella sua malcelata disperazione.

Geffen lo stava fissando.
Ora.


“Ok Glam … devo fare alcune telefonate” – disse in imbarazzo alzandosi.
“Certo … salutami Cole ed i bimbi …”

“Lo farò … stanne certo” – e sparì nel corridoio.


Brent guardava soddisfatto il salone addobbato per l’inaugurazione.

Sarebbe stato un San Valentino speciale: non ricordava di averne mai festeggiato uno in maniera decente, né con l’ex fidanzata, né con Matt, alla base.

Brendan lo spiava dalle vetrine, tenendo in mano una miriade di fili, ai quali erano fissati dei palloncini bianchi e rossi.

Si decise a varcare la soglia, appena Brent gli fece un cenno, carico di gioia.

“Ciao splendore … il fattorino è qui” – abbozzò l’analista, avvolgendo Brent per la vita sottile, attirandolo con un bacio mozza fiato.

“Mmm se iniziamo così … stasera cosa accadrà Brendan?” – gli chiese sensuale, leccandogli le labbra morbide.
“Di tutto … per prima cosa un bell’exploit per il tuo ristorante … tuo e di Louis” – sorrise – “… dov’è finito?”

“Arriva nel pomeriggio, mi ha detto che doveva parlare un po’ con Harry e se non approfittava di questa mattina libera, avrebbe perso un’occasione importante” – spiegò perplesso.

“Ci sono problemi?”
“No Brendan, spero di no … Forse ha dei dubbi sul matrimonio … Lo capirebbe anche un estraneo”

“Sono così … in erba”
“E tu cosa ne pensi?” – bissò schietto, appendendosi al suo collo, mentre Laurie si piazzava su di uno sgabello.

“Su cosa piccolo?” – e gli spostò i capelli dalla fronte, posandovi un lungo bacio.

La sua dolcezza colmava ogni vuoto in Brent.

“Sullo … sposarsi …” – deglutì a vuoto.

“Tu ci sei andato vicino o sbaglio?”
“No, non ti sbagli, ma era un’altra vita … e non mi apparteneva” – replicò mogio.

Laurie lo baciò di nuovo.
Poi prese un lungo respiro.

“Io ti sposerei tutta la vita … questa, la nostra Brent” – disse serio.

Il ragazzo sorrise incantato, abbracciandolo con vigore.


Jared allacciò il vestito ad Isy, che si accoccolò sul suo petto adorante.

“Quando mi porti da papi Glam?”
“Non lo so ancora cucciola” – rispose triste.

“Sta tanto male?”
“Insomma … Bisogna avere pazienza”
“Per cosa?” – sorrise.

“Per … per tutto …” – e si asciugò una lacrima.

Farrell arrivò a sorpresa, fermandosi sulla soglia della nursery, dove Amy e Flo stavano dormendo, dopo avere giocato con Isotta.

“Amore, ma se qui …”
“Ciao Cole … ti aspetto in camera, ok? Ciao principessa, vai a coricarti anche tu adesso per il sonnellino, poi facciamo merenda insieme”
“Va bene … ciao papi”

Colin prese un lungo respiro, accogliendo tra le sue braccia muscolose Isy, che gli schioccò un bacio sul naso.

“Grazie angelo mio …” – sospirò l’attore.
“Lo consoli tu papi Jay?”
“Certo … ci provo …”

“Papi Glam forse è diventato cattivo …”
“No, no, assolutamente Isotta, non pensarlo nemmeno … Quando non si sta bene, si tende a diventare un po’ … insofferenti”
“Insof … soffe …”

L’irlandese rise – “Ok, parola difficile, diciamo che papi Glam fa … i capricci, ogni tanto ecco”
“Ahhh … capito!” – e rise solare, sgranando i suoi zaffiri.

“Ci vai a nanna?”
“Sì papi Colin … Tu sei il papà più superbellissimissimo del pianeta!”



Geffen inspirò la terza boccata, mentre Robert scrollava la testa, con lieve disappunto.

“Non farmi prediche” – ridacchiò l’avvocato.
“E figurati”

Stavano fissando la cupola in vetro, nella mansarda dove un tempo dormivano insieme.

“Mi passano le fitte, te l’avevo spiegato”
“E chi te la procura?”
“Non è importante Rob”

“Certo, sei incensurato, se finisci in galera ti difendi da solo” – ironizzò, incrociando le braccia, dopo essersi stiracchiato.

“No, ho mollato anche lì: una bella e-mail ad ognuno dei miei stimatissimi clienti, dove revocavo i mandati …” – rivelò tranquillo.

“Mi dispiace” – Downey si girò sul fianco sinistro, per scrutarlo.

“Non voglio fare figuracce in aula … Ho assistito a certe scene, con alcuni dei miei colleghi: capisco che la professione è un incentivo a resistere, ad andare avanti, ma per me … Insomma, mi piace essere realistico” – e lo guardò, con dolcezza.

“Anch’io quando facevo le chemio pensavo di … Poi qualcuno mi ha incoraggiato”
“E’ stata dura ammettiamolo, una bella battaglia, vinta senza esclusione di colpi: quando ti è venuta quella polmonite, credevo di impazzire”

“Sì fu terribile Glam … Lula mi venne in sogno”

Geffen sorrise – “Sul serio?”
“Credo di avertelo anche raccontato già …” – rise.

“Può darsi … Ti ha preso per la … collottola?” – domandò divertito.
“In un certo senso sì …”
“Lui è capace di cose incredibili” – replicò intenso, tornando a scrutare il cielo limpido oltre i vetri a spicchio.

“Infatti … E noi speravamo che”
“Non questo giro Robert … Anche soldino assiste ai miei cambiamenti e mi aiuta, non dubitare”
“Per lui sarà inaccettabile perderti”

“Lula ed io non ci perderemo mai … Comunque mi faranno santo … a parte le canne” – rise – “Per il voto di castità nessun problema, vado liscio come burro dal frigo ormai”

Anche Downey rise, strofinandosi le palpebre, quando quell’ilarità divenne isterica, trasformandosi in un pianto aspro ed in singulti angosciati.

Geffen lo strinse senza esitare.

“Rob … ehi … non fare così”
“Ma non è giusto Glam … non è possibile!” – esclamò, per poi ripeterlo sommesso, smarrito “Non … non è possibile … e poi così … così è terribile … è”

“Robert guardami e calmati … amore …”

Geffen lo baciò, come se fosse l’unico modo per sedare quello stato convulso ed ingestibile.

Così come fargli l’amore, trovando incredibilmente le energie nel suo corpo devastato, per vederlo sorridere, appena Glam gli venne dentro copioso, guardandolo amorevole, gemendo all’unisono con Robert.

Il suo Robert.




 ROBERT


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