sabato 4 giugno 2011

One shot - XANDER LOST TIME - Tu balli da solo

One shot – Xander time > Lui balla da solo




Pov Colin Farrell


Lui mi guarda.
Il viso acceso, da una risata allegra, spaventosamente intensa ed improvvisa.
Oliver raramente si espone con battute sagaci, come a volere mantenere una corretta distanza tra sé stesso e gli attori, che vorrebbe plasmare, impostare, più che dirigere.
Ti entrerebbe nei pensieri, per poi sgorgare in parole e toni appropriati al copione, come lui solo li immagina: quasi perfetti.
Con Jared non funziona così.
E’ pronto ad imparare ed assorbire come una spugna, avido di conoscenza e curioso quanto una scimmia, ma non puoi comandarlo e tanto meno dominarlo.
Io lo so.
Lui se ne va.
Anche oggi, un’altra volta, senza darmi il tempo di parlargli davvero.
Veramente a me manca il coraggio di chiedergli un poco di questo tempo, per spiegargli ciò che sento, quindi non troverà mai uno sbocco, questa mia triste indolenza del cuore.
In fondo, cosa potrei dirgli, che già non sa?
Ubriaco fradicio, credo di avergli biascicato un “…ti amo Jay, ti amo da morire…”
Lui pensava.
Certo, che io fossi un coglione, che non riuscissi a controllarmi, nel bere, nel fumare, nell’eccedere, come se corressi, stando sempre fermo.
Un penoso spettacolo, di me, solo questo sapevo offrirgli, ma mi stavo impegnando…
Niente alcol da una settimana.
Niente droghe.
In compenso avevo raddoppiato le sigarette e puzzavo di fumo come un posacenere.
Lui mi bacia.
Sono contro ad un muro, in una discoteca semi deserta, ma che diavolo di ore saranno?
Dove sono tutti?…
Jared…
La sua lingua è la cosa più succosa che abbia mai sentito a contatto con la mia: schiudo la bocca il più possibile, sotto le sue leggere spinte, vorrei inghiottirlo ed assimilarlo, affinché di due sia uno e quindi felice, completo, assoluto.
Lui scivola.
“Dio alzati…” – ed annaspo verso le sue spalle, ma Jared è veloce, aggressivo e prepotente, nello slacciarmi i pantaloni, a liberarmi dai boxer, a …
“JARED!!!”
La mia voce, però, è ovattata: la musica era troppo alta e la canna di Jo troppo carica.
Ero frustrato ed avevo ceduto.
“Sei uno stronzo Cole, un fottutissimo STRONZO!!”
Ecco come c’ero finito contro a quel muro…
Jared mi ci aveva dirottato, come una furia, perché non avevo mantenuto la promessa di smetterla di sballarmi.
Un attimo prima stavo singhiozzando, un attimo dopo le sue labbra sembravano consolarmi, risolvendo tutti i problemi del mondo, ma adesso…
Adesso viaggio verso l’estasi, poi l’oblio, ma in mezzo, un orgasmo che mi sale nelle viscere, così le sue dita, nella mia fessura, dispettose, insistenti, lascive, lubrificate di saliva ed umori del mio stesso sesso, che è pronto a traboccare.
Tu insisti.
Ed io vengo.
Afferro la tua nuca, dando un colpo di reni estremo.
Sono una bestia, me ne rendo conto, ma a te piace, Jared…
Ti piace così tanto, che non sprechi una goccia di me, ingoiandola con caparbietà e lussuria.
Alzi gli occhi, rari per colore e bellezza, così come il tuo volto, il sublime risultato dell’intreccio di due dna inconsapevoli di essere così meravigliosi insieme, diabolico ed angelico, mio soprattutto, il mio Jared Joseph Leto.

Precipito sul pavimento, tra coriandoli e bottiglie di birra vuoti: era una festa allora…
Torni al centro della pista.
Roteando, allarghi le braccia, alzi lo sguardo al soffitto fatto di stelle, perdi le iridi nel buio, in cui si fondono anche i battiti dei nostri cuori.
La musica non è finita.
Tu balli da solo.
Ed io ti amo da impazzire.

THE END




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